Cosa vuol dire fare yoga
Lo yoga è un’esperienza: l’esperienza del movimento e del respiro che lo accompagna.
Non c’è “asana” (posizione) senza “vinyasa” (sequenza). Questi due elementi sono elencati nel libro che ha organizzato lo yoga – Yoga Sutra di Patanjali- dopo due altri fondamentali per chi approccia lo yoga: il comportamento di chi pratica rispetto all’ambiente in cui vive, ed il comportamento con se stesso (mi occuperò di questi due punti in futuro).
Partiamo dalla pratica fisica, generelmate è da qui che si comincia a praticare: la sequenza porta alla posizione definita “comoda e stabile”: ed è qui che bisogna soffermarsi. Affinchè la posizione sia comoda deve essere commisurata alle reali possibilità fisiche di chi pratica, con eventuali modifiche o adattamenti che il corpo possa facilmente sostenere, così da trarne beneficio: ed il respiro, che parte ha? La sequenza, così come la posizione stessa, sono costruite da fasi inspiratorie, alternate a quelle espiratorie, a cui si può aggiungere anche l’emissione di suoni. E’ per questo motivo che possiamo affermare che chiunque, in qualsiasi condizione fisica, può praticare lo yoga.
Yoga e Mal di schiena
Pensiamo ad esempio al mal di schiena (muscolo-tensivo o causato da protrusioni ed ernie): più la colonna vertebrale resta immobile più la sintomatologia si acuisce, rendendo insopportabile ogni movimento nella vita pratica. Semplici flessioni in avanti, a metà strada. magari poggiando le mani sul tavolo, aiutano a distendere la schiena. Con l’inspirazione si cerca di portare aria e spazio lungo la colonna vertebrale, inarcandola un po’, con l’espirazione si lascia andare ogni tensione (ripetere per 4/5 volte)